Ide Maman voce, violino africano, djembé
Yussuf Sissako voce, mbira, kora, djembé
Karim Sowe voce, djembè
Tijan Gassama voce, djembé, danza
Federico Mosconi chitarra elettrica
Nicola Baroni violoncello aumentato
testi di Ide Maman
elaborazioni elettroniche del Cardew Ensemble
a cura di Associazione Mask in collaborazione con Comitato Mantova Solidale
La presenza nel nostro paese di un numero crescente di uomini, donne e ragazzi provenienti dal continente africano ci porta grandi opportunità di conoscenza e di condivisione di un patrimonio culturale che ha radici antiche e che da secoli arricchisce il mondo della musica, delle arti figurative, della letteratura in “Occidente”. Il progetto Fughe e confluenze unisce musicisti approdati negli ultimi anni sulle nostre coste dall’Africa subsahariana (e fondatori in terra italiana di un gruppo di musica tradizionale) alla realtà emergente nel campo della musica sperimentale classica ed elettronica di formazione occidentale costituita dal Cardew Ensemble. Se da un lato la contaminazione tra linguaggi musicali è oggi patrimonio stilistico diffuso, il nostro obiettivo è quello di sviluppare un dialogo espressivo che nasce all’interno di un processo di composizione musicale collettiva. Esistono basi comuni nelle nostre tradizioni musicali europee e africane, costituite da strutture polimodali, poliritmiche, di ornamentazione melodica, nonché da trasfigurazioni delle forme canoniche della canzone e della poesia in musica anche nei contesti della denuncia sociale, dello scambio culturale, nell’accesso alle molteplici forme della sacralità. Il gruppo Black Afrique Fluxus, composto da giovani musicisti provenienti da Gambia, Mali e Niger, in Italia come richiedenti asilo e rifugiati, incontra l’Ensemble Cardew, radicatosi come gruppo d’improvvisazione Live Electronics, interprete e creatore di elaborazioni sonore e partiture non-convenzionali. Principale cornice dello spettacolo sono le storie, i vissuti e le canzoni, tradizionali e contemporanee, i cui testi e coreografie sono creati dai musicisti africani ed elaborati in termini coordinati e improvvisativi dai musicisti di entrambi gli ensemble, impegnati in un workshop permanente che vede fondersi le sonorità elettroacustiche con la gestualità della performance dal vivo, le elaborazioni video in tempo reale, e le interazioni tramite la tecnologia degli Iperstrumenti.
Il Black Afrique Fluxus è un gruppo nato a Mantova nel 2016. La padronanza delle percussioni e la libera passione per la musica e per la danza accomunano giovani che intrecciano le diverse sensibilità musicali delle comunità d’origine, l’ibridazione fra narrazioni tradizionali africane e sonorità rap e la tendenza a sperimentare anche gli strumenti e le culture musicali della realtà che li accoglie. Nel gruppo confluiscono musicisti che dal 2011 vivono in Italia come rifugiati e hanno maturato esperienze teatrali, letterarie e musicali diverse e giovani richiedenti asilo, in Italia da pochi mesi: musicisti migranti che trovano nella musica un ponte fra la composita realtà musicale ed espressiva dei paesi da cui provengono e l’insopprimibile determinazione a proiettarsi verso il futuro. L’esperienza di Musicartescienza di Bologna 2016 ha rappresentato per loro un coinvolgente banco di prova e di incontro con musicisti europei. L’associazione Mantova Solidale, che dal 2012 svolge attività di interazione fra i rifugiati e la realtà locale -anche grazie alla nascita del gruppo di percussioni I tamburi di Mantova- ha favorito e sostiene attivamente questa sperimentazione musicale; lo Spazio Sociale La Boje di Mantova accoglie i laboratori di ricerca fra musicisti italiani e musicisti africani.
Il Cardew Ensemble unisce musicisti rivolti all’improvvisazione e alla composizione musicale elettroacustica con l’obiettivo di sviluppare la dimensione del compositore-performer esplorando i potenziali creativi delle nuove tecnologie e del Live Electronics intesi come sistemi condivisi ai fini della composizione collettiva. Momento di originale unione del gruppo è stato l’elaborazione e la pratica del Treatise di Cornelius Cardew, collezione di partiture grafiche che suggeriscono nuovi approcci all’interpretazione ispirati al Trattato di Wittgenstein. Il gruppo è nato nel 2011 inizialmente come rete di collaborazione tra docenti dei conservatori di Bolzano, Verona, Trento, San Marino promotori di iniziative sperimentali. In seguito alla sua costituzione ha eseguito opere di Cardew, Cage, Riley, Stockhausen, Wolff e partiture indeterminate di compositori contemporanei tra i quali gli stessi membri dell’ensemble. Il gruppo si è esibito in numerosi festival tra cui l’EmuFest di Roma, VeronaContemporanea, il MaskFest a San Marino e Bologna, presso Area Sismica a Forlì e presso il Centro di Ricerca Musicale – Teatro San Leonardo a Bologna, Eterotopie a Mantova, e il GAS Festival a Goteborg.